
Griffonia simplicifolia: la pianta del benessere emotivo
Origini e tradizione
Grande arbusto legnoso della famiglia delle Fabaceae (Leguminose), la Griffonia simplicifolia è conosciuta anche come “fagiolo nero”, nome ispirato alla forma e al colore dei suoi baccelli e semi, nonché alla sua origine. Questa pianta cresce infatti spontaneamente nelle foreste pluviali dell’Africa occidentale e centrale ed è coltivata in Togo, Costa d’Avorio e Ghana.
Da secoli viene utilizzata dalle medicine tradizionali di queste zone che ne impiegano foglie, corteccia e succo per trattare numerosi disturbi, tanto che i suoi nomi nelle lingue locali sembrano rimandare al significato di “pianta che offre protezione” non solo fisica ma anche spirituale. La ritroviamo in preparati per l’emesi, la tosse, il mal di testa, e anche come aiuto in quella “malattia dell’anima” che è la depressione.
Proprietà fitoterapiche moderne
Che la Griffonia sia una risorsa naturale dalle numerose virtù lo ha messo in evidenza anche la moderna fitoterapia che dagli anni Sessanta ha concentrato la sua attenzione sui semi. Questi contengono alcaloidi, acidi grassi ma soprattutto sono una fonte naturale di 5-idrossitriptofano (5-HTP), composto principale della droga e metabolita intermedio dell'amminoacido essenziale L-triptofano, coinvolto nella biosintesi della serotonina. Quest’ultima è un neurotrasmettitore chiave per il tono dell’umore, la regolazione del sonno e il controllo dell’appetito, ed è a sua volta precursore della melatonina, l’ormone che regola il ciclo sonno-veglia e svolge un’importante azione antiossidante.
Benefici e utilizzi
Pianta dall’origine esotica ma dalle applicazioni sempre più diffuse, oggi la Griffonia è considerata uno dei rimedi elettivi per il supporto in caso di depressione lieve, sebbene il suo potenziale andrebbe valorizzato in modo più ampio. Gli integratori ricavati da questa pianta possono infatti essere di supporto in diverse situazioni come stati d’ansia, disturbi del sonno legati allo stress, fame nervosa (spesso correlata a sovrappeso) e rivelarsi utili per molti: la persona in carriera oberata dagli impegni e con difficoltà a superare il jet lag, la donna in perimenopausa con aumento dell’appetito, l’anziano con difficoltà del sonno oppure chi affronta un periodo particolarmente impegnativo dal punto di vista emotivo.
Dosaggio e precauzioni
Le dosi consigliate variano generalmente tra 100 e 300 mg al giorno sotto forma di capsule o tavolette, ma esistono anche preparazioni liquide. Gli estratti sono standardizzati, con una titolazione in 5-HTP pari o superiore al 20%.
In assenza di studi specifici, la Griffonia non è indicata durante gravidanza e allattamento, e non dovrebbe essere assunta in combinazione con antidepressivi, in particolare con gli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina).
Griffonia per gli animali
I benefici di Griffonia non si limitano all’ambito umano: anche gli animali da compagnia possono trarne beneficio. Questa pianta è infatti inclusa in formulazioni per cani e gatti da utilizzarsi nei momenti di disagio, paura o difficoltà di adattamento.
Griffonia vs. Zafferano
Entrambi efficaci nel supportare il benessere emotivo, Griffonia e Zafferano (Crocus sativus) si differenziano per meccanismo d’azione e peculiarità specifiche. La Griffonia è una fonte naturale di 5-idrossitripstofano (5-HTP), precursore diretto della serotonina di cui aumenta la concentrazione. Lo Zafferano, noto da millenni anche per i suoi usi non culinari, deve le sue proprietà benefiche a tre componenti contenute negli stimmi: crocina, safranale e picrocrocina. Queste molecole sono state ampiamente studiate per la loro capacità di modulare la serotonina, la dopamina e la norepinefrina, inibendone il riassorbimento e aumentandone così la disponibilità, con un potenziamento del loro effetto sull’umore.
Se, quindi, la Griffonia aumenta la produzione di serotonina fornendone il precursore, lo Zafferano ne rallenta la degradazione, agendo anche su altri neurotrasmettitori importanti per la regolazione dell’umore.
Vi sono però altre differenze: la Griffonia è particolarmente studiata per il controllo della fame nervosa e nei casi di sovrappeso, mentre lo Zafferano ha dimostrato di agire sulla regolazione metabolica di grassi e zuccheri. Gli effetti benefici di Griffonia sul sonno sembrano più marcati mentre lo Zafferano risulterebbe più antiossidante. Infine, gli effetti di Griffonia sono generalmente rapidi e percepibili entro una o due settimane mentre quelli di Zafferano tendono a manifestarsi più lentamente, solitamente tra le due e le quattro settimane.
In comune hanno le precauzioni d’uso: non andrebbero infatti assunti in concomitanza con antidepressivi, per evitare possibili interazioni.